Giornata del risparmio, ecco la situazione dei prestiti in Italia

Italiani e risparmio, la situazione migliora, e cresce anche il mercato dei prestiti personali. Sono questi alcuni degli spunti arrivati nel corso dell’ultima Giornata del risparmio, che è servita a fare un punto sulle abitudini delle famiglie del nostro Paese quando si parla di credito e finanza.

Aumenta il numero delle persone che riescono a risparmiare, si rimargina lentamente l’emorragia dei consumi che ha caratterizzato gli ultimi anni e salgono anche le cifre del mercato immobiliare: secondo un’indagine Ipsos sul comportamento degli italiani e il risparmio, insomma, nel nostro Paese stiamo meglio rispetto ad appena 3 anni fa, anche se questa “mini ripresa” non riguarda tutti, visto che più di un quarto delle famiglie lamenta ancora sofferenze per la crisi in maniera diretta o indiretta.

Migliora il risparmio. Analizzando i dati, salta agli occhi come per il quarto anno consecutivo sia in incremento la quota di italiani che sono riusciti a risparmiare negli ultimi mesi: dal 37 registrato alla fine del 2015 al 40 per cento attuale. Eppure, allo stesso tempo aumenta anche il numero di famiglie in saldo negativo di risparmio, ovvero che sono state costrette a intaccare quanto accumulato: lo scorso anno era il 16 per cento del totale, oggi invece è salito al 19 per cento.

La salute (finanziaria) degli italiani. Questi sono solo alcuni dei focus diffusi nel corso dell’annuale “giornata mondiale del risparmio”, l’evento giunto alla sua 92esima edizione, che è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del portafoglio degli italiani e sui temi dominanti il rapporto tra i risparmiatori e il denaro. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una dichiarazione su questo tema, sottolineando come sia “urgente assicurare la tutela del risparmio”.

Tutela e sviluppo le parole chiave. Secondo il Capo dello Stato, “l’anomalo scenario dei rendimenti finanziari rende più che mai urgente assicurare la tutela del risparmio. Correttezza e trasparenza informativa devono accompagnare le iniziative di consolidamento del sistema bancario, alle quali le fondazioni di origine bancaria hanno assicurato un sostegno fondamentale”. Di pari passo, poi, deve andare la traduzione di queste quote “salvate” in investimenti per lo sviluppo: “Lo sforzo di istituzioni e operatori deve essere diretto a tradurre l’attuale disponibilità di risparmio, e i tassi particolarmente bassi che l’accompagnano, in investimenti per rilanciare lo sviluppo”, ha detto Mattarella.

Tassi ai minimi spingono i prestiti. Sintetizzando l’intervento di Mattarella, possiamo dunque dire che “la finestra di tassi ai minimi aperta ormai da tempo dalla Bce si deve trasformare in una leva di sviluppo”. Per il momento, però, la situazione sembra strizzare l’occhio soprattutto ai privati, che infatti hanno rilanciato il settore delle richieste di credito. Grazie al Web, poi, sono in aumento anche le categorie di persone che hanno accesso ai finanziamenti, spesso bypassando il “vecchio” sistema bancario tradizionale, che solo negli ultimi tempi è tornando ad allargare le proprie maglie. A tracciare la direzione è Ing Direct, colosso olandese che ha lanciato lo strumento del Prestito Arancio, prodotto destinato proprio a quanti ricercano prestiti personali per qualsiasi tipo di esigenza, dall’acquisto di un’auto o di una moto a quello dei pacchetti vacanza, dalle spese per lo smartphone ai pagamenti di spese mediche.

Web, il nuovo che avanza (sulle banche). Che il Web sia “la via del futuro” è testimoniato anche dalle sofferenze degli sportelli tradizionali, ormai quasi obsoleti in un sistema che si sta orientando verso la semplicità e l’immaterialità. Non è un caso che il Fondo monetario Internazionale abbia calcolato che quasi metà delle banche europee (che rappresentano il 5 per cento dei depositi) conservino depositi per sportello inferiori alla media del continente, risultando in definitiva improduttivi, proseguendo dunque un processo che è già partito con la crisi: dal 2008 in poi, in Europa sono infatti sparite più di mille banche e più di 29 mila sportelli, ma le trasformazioni non sono ancora finite.